Photo © Giuliana Stefani

TAP INTERNAL


Vi siete mai chiesti qual è il suono dell' energia? John Duncan tenta da anni di spiegarci la composizione della materia attraverso il suono e non tutti riescono a comprenderlo ma, una volta aperta la porta, tutto è improvvisamente facile. TAP INTERNAL è meraviglioso e -- in classico "stile Duncan" -- crudele, poichè porta a contatto con la nostra psiche più introversa mettendola a nudo, rivolta le membrane auricolari imprimendo loro nuove frequenze alle quali è meraviglioso abbandonarsi, ma attenzione: proprio nel momento dell' ipnosi lo scenario è completamente ribaltato ed il sound diviene aspro e multevole, taglia l'aria e cerca di aggredire; l'incubo ricomincia ed il cervello deve ancora una volta cambiare atteggiamento e decidere una nuova reazione all'impulso.

La bellezza e l'unicità della musica di John Duncan è tutta racchiusa in questo continuo alternarsi di situazioni, dinamiche, suoni ed emozioni che -- in una parola -- è la fotografia microscopica della vita stessa.

-- Massimo Ricci


Osservo una linea elettrica ed all'improvviso questa si mette ad oscillare, veloce, sempre più veloce, fino a trasformarsi in un magnifico sibilo elettronico che si sdoppia, si moltiplica, si frammenta fino ad essere un mare energetico in cui le cellule cerebrali vengono impegnate in una continua lotta al riconoscimento del suono. Gli stimoli arrivano da ogni direzione ma non si fatica a trovare un equilibrio acustico che lascia la psiche soddisfatta e sazia per lunghi, lunghissimi minuti; improvvisamente un'interuzzione e comincia un altro richiamo, dal colore grigio e purpureo allo stesso tempo. Perdersi nell'enorme quantità di riflessi creati dallo spettro acustico di John Duncan è piutosto facile ma altrettanto semplice è ritrovarsi sulla strada maestra, quella della ricerca dell'inaudito da sempre percorsa dall'uomo del Kansas. Il tempo che passa lo sta aiutando a creare musica sempre più stimolante ed evoluta; non ricordo un solo disco di cui si possa dire qualcosa di negativa. TAP INTERNAL è un ascoltoobbligatorio per chi segue l'avanguardia più spinta verso il futuro, in cui sarà il suono stesso a dettare la maniera di farsi plasmare alle pocche mente (John è tra queste) in grado di poterlo fare.

-- Massimo Ricci, Deep Listenings 18, primavera 2000


Il nuovo CD di John Duncan - secondo per la Touch - risulta essere, a dispetto dell'unico brano segnato dal display, un lavoro piuttosto articolato. Molto più policromo di quanto il nerofumo dei ritagli di radiografia utilizzati per la confezione lasciano intendere. Dopo le modulazioni iniziali, ricche di armonici, nascono e muoiono, nel giro di 3/4 d'ora, assalti al rumor bianco, sequenze di scariche elettromagnetiche, pulsazioni ovattate catturate nelle cavità più oscure dell'inconoscio, pastorali elettroacoustici, fino allo splendido crescendodella crepitante sinfonia finale che si annulla, improvvisa, nell'angoscia del silenzio. Ostico e scostante, il 'rubinetto interiore' di Duncan si aprirà, come un'ostrica perlacea, per mostrare i propri tesori. Ma lo farà solo per gli ostinai che non avranno tirato i remi in barca dopo il turbinare di corrente contrarie incontrate al primo approccio.

-- Etero Genio, Blow Up 28, Settembre 2000